Dal 1700 ai giorni nostri: breve storia dei vaccini

La vaccinazione è una delle più importanti scoperte scientifiche della storia della medicina, e ha contribuito in maniera fondamentale a incrementare l’aspettativa di vita delle popolazioni umane. La loro invenzione risale alla fine del 1700, e ancora oggi ricercatori e scienziati portano avanti i loro studi per l’implementazione di nuove terapie per far fronte alle sfide di salute del mondo moderno.

Il primo vaccino della storia. La scoperta della vaccinazione si deve al medico e naturalista britannico Edward Jenner, che, durante tutta la seconda metà del Settecento, si dedicò alla lotta contro l’epidemia di vaiolo, che in quegli anni diventò rapidamente la prima causa di morte nel mondo con oltre 60 milioni di vittime.

Durante quegli anni, Jenner lavorava come medico nelle campagne di Berkeley, nel Gloucestershire, e fu proprio lì che osservò come i contadini contagiati dal vaiolo bovino (cowpox), una volta superata la malattia, non si ammalavano della sua variante umana (smallpox), di gran lunga più grave. In risposta a questa evidenza, ebbe l’intuizione di prelevare del materiale purulento di una persona ammalata di cowpox e di iniettarlo nel corpo di una persona sana.

Questa si ammalò di vaiolo vaccino, ma guarì nel giro di poche settimane. Dopo qualche mese, alla stessa persona fu inoculato del pus vaioloso umano, ma, come intuito dal dottor Jenner, il virus non attecchì, perché bloccato dall’immunizzazione del paziente. Tra i più grandi progressi ottocenteschi in campo sanitario si ricordano, nel 1880, i sieri contro difterite e tetano del tedesco Emil Adolf von Behring (1854-1917) e le scoperte compiute con il collega giapponese Shibasaburo Kitasato (1853-1931), mentre lavoravano insieme all’Istituto di Igiene di Berlino.

dettaglio di opearzioni di laboratorio

Il contributo di Louis Pasteur. Qualche anno dopo la scoperta di Edward Jenner, seguì un altro importante progresso nel campo sanitario. Louis Pasteur, considerato il padre della microbiologia, trovò l’antidoto a numerose infezioni batteriche, tra cui la rabbia e l’antrace. Pasteur era stato in grado di dimostrare, attraverso metodi empirici, che per ottenere resistenza a una determinata infezione era necessario inoculare nell’organismo lo stesso batterio della malattia. L’originalità dei vaccini di Pasteur sta dunque nell’utilizzo di batteri “indeboliti” artificialmente in laboratorio.

Attenuare la forza dei batteri significava ridurre anche le possibilità che il corpo reagisse in maniera troppo aggressiva, diminuendo così il rischio di effetti indesiderati. Nel 1888, Louis Pasteur fondò un istituto di ricerca per lo studio e la cura delle malattie infettive che ancora oggi rappresenta uno dei principali centri dedicati allo studio della biologia, dei microorganismi, delle malattie e dei vaccini.

La lotta alla poliomielite: Salk e Sabin. Tra le tappe più importanti della storia dei vaccini si registra, tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, la diffusione tra la popolazione Stati Uniti ed Europa dell’epidemia di poliomielite, che colpì più di mezzo milione di persone nel mondo ogni anno. Per sconfiggerlo, fu determinante il lavoro di Jonas Salk, il medico che scoprì il vaccino contro la poliomielite salvando molti bambini.

Originario di una famiglia di ebrei polacchi immigrati a New York, Jonas Salk fu il primo della famiglia a studiare al college, iscrivendosi alla University School of Medicine di New York, dove fin da studente si interessò ai vaccini anti-influenzali. Salk, infatti, insieme al dottor Thomas Francis è riuscito a mettere a punto un nuovo tipo di vaccino contro l’influenza la cui assoluta novità era quella di usare un virus inattivo, che stimolava la produzione di anticorpi in grado di difendere l’organismo in caso di futuri attacchi del virus.

Dopo l’influenza, Salk si dedica alla poliomielite organizzando un moderno laboratorio all’Università di Pittsburgh, e nel 1955 annuncia il suo vaccino inattivo che decide di non brevettare, mettendo a disposizione di tutti la sua scoperta perché, come Salk stesso dichiarò, il brevetto apparteneva al popolo, e che, anzi, non c’era brevetto perché sarebbe stato “come brevettare il sole”.

La storia di Salk richiama quella di un altro grande scienziato: Albert Sabin, virologo che metterà a punto il primo vaccino orale contro la poliomielite. Noto per aver scoperto che quello della polio non era un virus respiratorio, ma viveva e si moltiplicava nell’intestino, la sua scoperta apre la strada agli enterovirus, fino ad allora mai classificati come tali.

Il vaccino di Sabin, che in un primo momento era stato messo da parte a favore del siero di Salk, salva milioni di vite. “Un regalo ai bambini”, come lo ha definito lo scienziato stesso, perché anche Sabin, come Salk, non brevettò mai il suo vaccino. Tuttavia, grazie al suo fondamentale contributo alla scienza, nel 1970 riceve la Medaglia Nazionale per la Scienza.

I vaccini per l’immunizzazione dei bambini. Gli anni Settanta del Novecento sono segnati dalla scoperta del vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia (MPR) a cui lavorò il microbiologo americano Maurice Hilleman. Considerato il principale vaccinologo del XX secolo, Hilleman dedicò quasi tutta la sua vita a realizzare la maggior parte dei vaccini che oggi sono fondamentali per l’immunizzazione dei bambini. A lui si deve lo sviluppo dei nuovi vaccini per varicella, epatite A, epatite B, pneumococco, meningococco, morbillo, parotite e rosolia. Hilleman, inoltre, ha dato un grande contributo per la messa a punto di un vaccino contro l’Epatite B, che causa cancro al fegato.

Il valore dei vaccini. La vaccinazione ha un valore fondamentale dal punto di vista sociale, perché la protezione dei singoli individui permette il raggiungimento di un’elevata copertura immunitaria nella popolazione bersaglio, ed è anche per questo motivo che in molti paesi le vaccinazioni sono diventate una pratica obbligatoria. Le malattie infettive non riconoscono confini geografici e nemmeno politici, perciò tutte, e in particolar modo quelle prevenibili, richiedono un approccio globale. Lo abbiamo imparato anche recentemente, durante la pandemia da Covid 19.

Come hanno scritto nella prefazione del libro “I vaccini dell’era globale” i due autori, Rino Rappuoli e Luisa Vozza: “I vaccini sono una risorsa straordinaria contro le malattie: costano poco, salano innumerevoli vite umane e sono più efficaci delle migliori medicine. Cerchiamo di farne il miglior uso possibile, per la salute del maggior numero di persone e animali che insieme a noi affollano il nostro splendido pianeta, bisognoso di maggior cura”.

Sitografia:

https://www.epicentro.iss.it/vaccini/VACCINICOSASONO

https://www.wikivaccini.regione.lombardia.it/wps/portal/site/wikivaccini/DettaglioRedazionale/storia

“I vaccini dell’era globale”, Rino Rappuoli e Luisa Vozza